Beata Francesca Schervier – 23 Novembre

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Fondatrice delle Suore Francescane dei Poveri

Francesca Schervier, nata in Germania nel 1819, da una famiglia di industriali di Aquisgrana, fin da giovane e dopo la morte prematura della madre e delle due sorelle maggiori, si trova a dover gestire la sua grande casa. Presto le sue doti femminili e l’educazione ricevuta  la portano in modo naturale verso i poveri e i bisognosi, mentre la fede che la anima le fa scoprire ed amare in essi Cristo stesso.

Giovanissima, aiutata da alcune amiche e guidata dal parroco, gestisce nella sua parrocchia una mensa per i poveri. Francesca diviene una convinta ed appassionata sostenitrice dell’opera, sia nella preparazione e distribuzione dei pasti, che nella raccolta dei fondi, per la quale ella affronta le fatiche e, molto spesso, gli insulti e le osservazioni ironiche della gente.

Rispondendo ad una insistente chiamata interiore, il giorno della festa di S. Antonio 1844, dopo aver ascoltato la vita e le opere del Santo e dell’Ordine Francescano, ne rimane colpita e si sente spinta  a far parte del Terz’Ordine, riconoscendo in questo avvenimento “una grande immeritata grazia di Dio”.

In tutto questo operare caritativo, non si spegne in Francesca l’aspirazione fondamentale alla consacrazione anche se, abbandonata l’idea iniziale della Trappa, si orienta verso un Ordine dedito alle opere di misericordia. “Il mio amore per il lavoro e per la cura dei poveri non era sufficiente. Aspettavo di diventare completamente libera per potermi consacrare totalmente a Dio in un convento”.

Un’amica rivela a Francesca  il suo carisma di fondatrice, a cui lei non aveva mai pensato, “Il Signore – le dice – vuole che tu lasci la tua casa e la tua famiglia per la salvezza di tutti e per guarire le sue piaghe insieme alle persone che egli ha disegnato e che ti indicherà più precisamente.” 

Donna  audace e forte, industriosa e geniale, vive il suo carisma quale dono di un  Dio di misericordia:  non bada al tipo di “piaga” da  curare, ma alla persona  che risana interamente, nel corpo e nello spirito.

Il suo amore si fa coraggioso,  premuroso, tanto da meritarle l’appellativo di “madre dei poveri”. Niente la ferma quando occorre aiutare qualcuno,  anche nelle situazioni più pericolose e disperate. Così eccola accanto alle prostitute, ai poveri assistiti nei loro tuguri, agli ammalati di colera o di sifilide, ai detenuti e ai condannati a morte, che accompagna fin dal patibolo, dopo averli confortati e preparati al supplizio, si spende senza sosta per la loro salute, fisica e spirituale.

Quale testimone autentica del Vangelo impegna tutte le sue risorse per sanare le piaghe di Cristo nell’umanità povera e sofferente.

Prima di morire, il 14 dicembre 1876, le sue figlie sono già diffuse in Germania, in Belgio e negli Stati Uniti.  Oggi le Suore Francescane dei Poveri sono presenti anche in Brasile, in Italia, nelle Filippine e in Senegal.

Nel 1974 Paolo VI nel proclamarla Beata esclama: “Siamo in pieno Vangelo! Da lei irradia, oltre alla luce interiore dell’amore, anche un’altra luce esteriore che afferma la santità della sua vita. E’ il suo esempio. E’ la sua perfezione cristiana che viene raccomandata di imitare, e non solo a persone che hanno deciso di  vivere alla sua sequela, ma anche  ai fedeli che vogliono attuare pienamente le promesse battesimali, anche se devono realizzare la loro vocazione in mezzo al mondo.”

In questo tempo  tante e nuove “piaghe” ci interpellano e chiedono di essere sanate: con lei possiamo ripetere “Ho sentito bruciare nel mio cuore il fuoco di un santo amore per il prossimo”.

Testo a cura di Suor Carla Casadei