Alberto Marvelli nacque a Ferrara nel 1918, poi si trasferì più volte a causa del lavoro del padre, finché giunse con tutta la famiglia a Rimini. In quella città si formò frequentando l’oratorio salesiano e l’Azione Cattolica, rivestendo anche incarichi di responsabilità a livello diocesano. Laureato in Ingegneria, lavorò in vari ambiti, anche alla Fiat di Torino. Tornato a Rimini dopo l’8 settembre 1943, si prodigò instancabilmente nell’opera di soccorso agli sfollati a causa dei bombardamenti sulla città; inoltre, essendo entrato in possesso di timbri tedeschi, preparava i documenti falsi per coloro che erano intenzionati a fuggire per mettersi in salvo. In sella alla bicicletta, cercava di raggiungere le persone che erano in difficoltà e di aiutarle, portando ciò che riusciva a procurare grazie all’aiuto degli amici e della mamma.
Finiti i combattimenti, si impegnò in prima persona nell’opera di ricostruzione, come assessore ai lavori pubblici: inoltre diede vita a tante attività caritative. Era fermamente convinto del fatto che l’impegno politico dovesse essere guidato e sostenuto dalla fede, che aveva sempre coltivato ed alimentato con la preghiera e la assidua partecipazione alla Messa. Proprio per questo spirito di servizio accettò la proposta di candidarsi come sindaco nelle file della Democrazia Cristiana. Mentre rientrava da un comizio fu investito da un camion e morì poche ore dopo, in ospedale. È stato beatificato nel 2004.