Quando Carlo Acutis morì, a soli 15 anni per una leucemia fulminante, fu una tragedia, umanamente parlando. Una fine assurda per la repentinità e per la parabola che si interrompeva, così ricca di prospettive. Discendente di una famiglia di primo piano del mondo finanziario italiano, adolescente prestante, dal carattere vivace e particolarmente socievole, Carlo era un ragazzo che, come si suol dire, avrebbe potuto fare di tutto nella vita. Ma Dio aveva su di lui un piano diverso. Infatti la sua fama di santità è esplosa a livello mondiale, in modo misterioso e sorprendente, e attorno alla sua vita è successo qualcosa di grande. Carlo fin da bambino ebbe una fede molto profonda: sentiva Gesù vicino a sé e Lo considerava un amico. Per questo, ottenne un permesso speciale e fece la Prima Comunione a sette anni. Da adolescente partecipava quotidianamente alla Messa: maturò un amore vivo per i Santi, per l’Eucaristia, definita “autostrada verso il cielo”, fino ad allestire una mostra sui miracoli eucaristici, che oggi è rimasta online e ha avuto un successo inaspettato, anche all’estero. Sportivo e appassionato di computer, come tanti coetanei, brillava per la virtù della purezza e della modestia. A scuola era molto impegnato e otteneva ottimi risultati, ma senza suscitare invidie, gelosie, risentimenti, proprio perché i compagni percepivano la sua profonda bontà ed autenticità. Carlo inoltre non ha mai celato la propria scelta di fede e anche in colloqui e incontri-scontri verbali con i compagni di classe si è posto rispettoso delle posizioni altrui, ma senza rinunciare alla chiarezza di dire e testimoniare i principi ispiratori della propria vita cristiana. Grazie al suo esempio e al suo carisma anche il domestico di casa Acutis, un induista di casta sacerdotale bramina, decise di chiedere il battesimo. In ospedale, posto di fronte alla morte, nella trasparente immediatezza dei suoi 15 anni, Carlo disse: «Offro tutte le sofferenze che dovrò patire al Signore, per il Papa e per la Chiesa, per non fare il purgatorio e andare dritto in paradiso». È stato beatificato il 10 ottobre 2020 ad Assisi, luogo a lui molto caro, dove si trova la sua tomba.