“Non io, ma Dio” : questa è stata la massima che ha ispirato il giovane Carlo Acutis, beatificato poche settimane fa ad Assisi, dove è sepolto; ogni cosa con e per il Signore, in semplicità e senza superbia.
Carlo era un ragazzo con tanti interessi che, pur di famiglia benestante, viveva sobriamente la propria quotidianità, fatta di scuola, sport, computer: il tutto nell’amicizia profonda con Gesù, che sentiva vicino e veramente presente nell’Eucarestia (definita “un’autostrada verso il cielo”). Ispirato e nutrito da questa amicizia, con naturalezza si faceva prossimo delle persone che incontrava, fossero compagni di classe che chiedevano aiuto nei compiti, o i poveri del quartiere, ai quali la sera portava cibo e coperte. Una fede di ragazzo, schietta e concreta, vissuta con semplicità negli incontri quotidiani e testimoniata anche con l’offerta della sofferenza procuratagli dalla breve malattia, che rapidamente lo ha condotto alla morte, il 12 ottobre 2006, all’età di 15 anni.
La grande folla di persone sconosciute intervenuta al funerale di Carlo suscitò grande stupore nei suoi genitori, che ebbero allora piena consapevolezza di tutto il bene che loro figlio aveva seminato intorno a sé.