Piergiorgio nasce a Torino nel 1901 in una ricca famiglia borghese: il padre Alfredo, giornalista, è proprietario del quotidiano “La Stampa” e intimo amico di Giolitti, dal quale sarà inviato come ambasciatore a Berlino; la madre è una nota pittrice.
Piergiorgio non si trova molto a proprio agio nel ceto sociale al quale appartiene, e nemmeno con la vita che si conduce a casa sua, in cui la fede è un elemento più di forma che di sostanza. Condivide l’infanzia con la sorella Luciana, di appena un anno più piccola, la sua unica confidente appena iniziano i contrasti, presto evidenti, con mamma e papà. Infatti il padre critica molto i comportamenti di Piergiorgio che, invece di dedicarsi seriamente allo studio e a frequentare “buone compagnie”, occupa la maggior parte dei tempo a “bighellonare” per i quartieri più poveri della città, cercando di portare aiuto alle famiglie bisognose.
Questa sua incessante attività caritativa diventa oggetto di canzonatura da parte dei suoi amici più cari, che lo soprannominano “Società trasporti Frassati”, proprio perché alle famiglie più povere che visita cerca di portare anche il materiale necessario, che si tratti di abiti e coperte oppure mobili. Entra a far parte di tante associazioni (Azione Cattolica, Conferenza di San Vincenzo, FUCI…), per poter essere sempre più attivo nell’alleviare le sofferenze altrui. Si avvicina alla spiritualità domenicana e diventa terziario. È appassionato della bellezza della vita, che gusta particolarmente durante le gite in montagna in compagnia degli amici più cari: il suo desiderio è vivere con loro un rapporto profondo, basato sulla comunione di intenti e di ideali. Nel bel mezzo di tutti questi progetti, contrae la poliomielite e, nel giro di pochi giorni, muore, nel 1925.
Ai suoi funerali partecipano tantissime persone, del tutto sconosciute alla famiglia: soprattutto il padre resta molto impressionato da questo e continuerà a riflettere, negli anni a venire, su quanto accaduto e su come tanti aspetti del figlio gli fossero rimasti ignoti. Spronato da questi pensieri, lentamente matura nella fede, tanto che arriverà a convertirsi poco prima di morire: questo è il primo “miracolo” che viene attribuito a Piergiorgio, beatificato nel 1990.