Giulia Gabrieli, Serva di Dio

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Giulia Gabrieli, cresciuta a Bergamo insieme al fratello minore Davide, era una ragazza  semplice e solare, profondamente cattolica; fra le sue passioni vi erano la scrittura e la danza.

Nell’estate del 2009, mentre si trovava in vacanza al mare con la famiglia, Giulia si accorse di una tumefazione sulla mano sinistra; inizialmente si pensò ad una semplice puntura d’insetto, ma, accorgendosi che tale sintomo non regrediva, la ragazza si sottopose ad una serie di esami, dai quali fu chiaro che si trattava di un tumore, un sarcoma molto aggressivo, che doveva essere affrontato con la chemioterapia. Nonostante la malattia, Giulia continuò ad andare a scuola, preparando e superando brillantemente gli esami di terza media, i cui orali dovette sostenere a casa. 

Aveva un talento particolare per la scrittura e le pagine da lei scritte sulla propria esperienza furono in seguito raccolte e pubblicate nel libro intitolato Un gancio in mezzo al cielo, pubblicato dalle edizioni Paoline. 

Durante il proprio cammino, Giulia si imbatté nella figura di Chiara Badano, che rappresentò per lei un esempio da seguire, in modo che la malattia non la allontanasse dal Signore, ma la avvicinasse a Lui. Non mancò un momento di crisi, in cui si domandò se Dio non l’avesse abbandonata. Recatasi a Padova per una radioterapia, era entrata nella Basilica di Sant’Antonio dove, anche grazie all’incontro fortuito con una donna in preghiera, ritrovò la forza di affrontare il proprio dolore con il sorriso. 

La sua gioia, incredibile nelle sue condizioni, era contagiosa: era lei a consolare e sostenere parenti ed amici, stupendo anche i medici che l’assistevano, che chiamava scherzosamente “i suoi supereroi”. 

Dopo un primo viaggio a Medjugorje aveva intensificato il proprio legame con la Madonna, tanto che per il quattordicesimo compleanno aveva chiesto in regalo un secondo viaggio, accompagnata per l’occasione da una cinquantina di persone fra parenti ed amici, cui aveva comunicato il proprio entusiasmo. Grazie alla preghiera e alla fede i due anni di malattia sono diventati un momento in cui apprezzare profondamente la vita, cercando di viverne intensamente ogni istante. Giulia stessa scriveva:” Io ora so che la mia storia può finire solo in due modi: o, grazie ad un miracolo, con la completa guarigione, che io chiedo al Signore, perché ho tanti progetti da realizzare. E li vorrei realizzare proprio io. Oppure incontro al Signore, che è una bellissima cosa. Sono entrambi due bei finali “.

Giulia è morta nell’agosto 2011. A settembre 2021 si è chiusa la fase diocesana di beatificazione.