Il Vangelo è come il mantello di san Martino: offre riparo, dona dignità ed è destinato a essere condiviso, ad accogliere gli ultimi. È questa l’immagine più cara alla tradizione del santo vescovo di Tours vissuto nel IV secolo. Nato nel 316 o 317 in Pannonia (oggi Ungheria), era figlio di un militare romano e venne cresciuto nella fede cristiana, ma non fu battezzato. Entrò a far parte della cavalleria imperiale e prestò servizio in varie zone dell’impero. Mentre si trovava nei pressi di Amiens (Gallia /Francia), avvenne l’episodio più conosciuto: incontrato un mendicante sulla via, di notte, Martino divise il proprio mantello con la spada e glielo donò perché si difendesse dal freddo. Successivamente gli apparve in sogno Gesù, a rivelargli che quel mendicante era in realtà Lui stesso.
Martino fu profondamente colpito da quanto accaduto, e poco tempo dopo si fece battezzare. Dopo aver terminato il lungo servizio militare, raggiunse a Poitiers il vescovo Ilario, e iniziò sotto la sua guida un periodo di formazione che lo portò ad essere ordinato prete. Visse da monaco, fondando diversi monasteri in Francia, e nell 371 divenne vescovo di Tours. Mantenne uno stile di vita molto semplice e si impegnò soprattutto nell’evangelizzazione delle campagne, che visitava personalmente per conoscerne a fondo le condizioni di vita e, per quanto possibile, migliorarle. Morì a Clandes nel 397 e la sua fama di santità si diffuse subito, non solo in Francia, ma anche in altre zone d’Europa: fu uno dei primi Santi non martiri.