Migranti ed educazione: su questi due fronti portò la propria testimonianza santa Francesca Saverio Cabrini, maestra originaria di Lodi arrivata sull’altra sponda dell’oceano per dare assistenza agli emigrati. Parlando di lei, Papa Francesco ne ha ricordato la “vita vertiginosa carica di lavoro, viaggi a non finire a piedi, in treno, in nave, in barca, a cavallo”, durante la quale creò “dal nulla 67 opere tra asili, scuole, collegi, ospedali, orfanotrofi, laboratori”. La fondatrice era nata a Sant’Angelo Lodigiano nel 1850; già da ragazzina aveva manifestato l’intenzione di entrare in convento, ma la salute malferma non glielo permise. Si dedicò, quindi, all’insegnamento in un orfanotrofio a Codogno, da cui parti tutta la sua opera. Infatti, condividendo intenti e ideali con alcune compagne, fondò il primo nucleo delle Missionarie del Sacro Cuore di Gesù, la prima congregazione femminile ad affrontare l’impegno missionario in maniera completamente autonoma, senza alcun collegamento ad un ramo parallelo maschile. Francesca, che aveva aggiunto al proprio nome anche il cognome Saverio, in onore del missionario Ssn Francesco Saverio, sognava di poter andare in missione in Oriente, ma il Papa Leone XIII la esortò a recarsi in America, seguendo la via dei numerosi migranti di quegli anni. Morì a Chicago nel 1917 e fu canonizzata nel 1946.