
Gianna Beretta nasce a Magenta nel 1922. Fin da piccola è immersa in un’atmosfera familiare di grande fede e amore per il Signore: riceve la Prima Comunione a soli cinque anni e mezzo e da quel giorno si reca con la mamma tutte le mattine alla Messa. L’Eucaristia diviene “il suo cibo indispensabile di ogni giorno”.
Sperimenta, come noi in questi giorni, la tragedia e i rischi di una grave epidemia, l’influenza “spagnola”, che causa la morte di tre dei suoi fratelli; attraversa anche la seconda guerra mondiale, e presto perde, nel giro di pochi mesi, entrambi i genitori. Decide di frequentare la facoltà di medicina e chirurgia, prima a Milano e poi a Pavia, e si laurea nel 1949; tre anni dopo si specializza in pediatria e comincia ad esercitare la professione, che vive come una missione: i “prediletti”, tra i suoi assistiti, sono poveri, mamme, bambini e anziani, che segue con cura scrupolosa e profonda umanità. Vorrebbe raggiungere il fratello Alberto, missionario, ma la sua costituzione fragile e delicata glielo impedisce: chiede allora a tante persone di pregare per lei, e al Signore di illuminarla, perché possa capire a quale scelta di vita sia chiamata. Qualche tempo dopo incontra l’ingegner Pietro Molla, con cui entra in profonda sintonia e comunione di intenti. La coppia si sposa nel 1955, e in pochi anni nascono tre bambini. Gianna e Pietro sono molto felici per la famiglia che stanno costruendo, gustano intensamente la loro vita insieme, fatta di tanto lavoro e di tante preoccupazioni, ma anche di profonde gioie. Gianna continua il lavoro in ambulatorio, dedicandosi soprattutto alle persone più fragili, sostenendo che “Chi tocca il corpo di un paziente, tocca il corpo di Cristo”.Nel 1961 si accorge di aspettare un altro bambino, ma scopre anche di aver sviluppato un fibroma uterino, che è necessario asportare. Prima dell’intervento, pur rimanendo consapevole dei rischi e dei danni che sarebbero potuti insorgere durante la gravidanza, chiede al chirurgo di proteggere l’embrione, anche a scapito della propria vita, affidandosi alla preghiera e alla Provvidenza:“Se dovete decidere fra me e il bimbo, nessuna esitazione: scegliete – e lo esigo – il bimbo. Salvate lui”. Il 21 aprile 1962, presso l’Ospedale di Monza, nasce Gianna Emanuela ma, a qualche ora dal parto, le condizioni generali della madre si aggravano fino alla morte, sopraggiunta appena sette giorni dopo.
Giovanni Paolo II, durante la canonizzazione avvenuta nel 2004, ricorda come Santa Gianna, sul modello di Cristo, “avendo amato i suoi… li amò sino alla fine”: “Il sacrificio estremo che ha suggellato la sua vita testimonia come solo chi ha il coraggio di donarsi totalmente a Dio e ai fratelli realizzi se stesso”.