La santità è uno slancio verso il cielo e una discesa nei recessi più profondi dell’anima: ciò appare chiaro dall’esistenza di Santa Teresa di Lisieux, che, ancora ragazzina, chiese al Papa il permesso di poter entrare fra le suore carmelitane, e, una volta in convento, andò incontro a tante incomprensioni, che non le fecero però mai perdere la gioia di vivere per Gesù.Teresa era nata nel 1873 in una famiglia che fu vera scuola di fede (anche i genitori sono stati proclamati santi): fu proprio in questo clima di preghiera e fiducia che sorse il suo desiderio di entrare nel monastero carmelitano. Nonostante un primo rifiuto a causa della sua troppo giovane età, successivamente riuscì a entrare nel monastero di Lisieux. Teresa però si sentiva piccola, incapace di pregare a lungo e di impegni troppo gravosi, desiderava solo stare vicino a Gesù. Per questo sarebbe voluta rimanere sempre in sacrestia, ad occuparsi dell’altare e di tutti gli oggetti sacri: invece fu incaricata spesso di lavori pesanti, da svolgere al freddo, che certo non giovarono alla sua salute.Le incomprensioni e le amarezze sperimentate la portarono ad elaborare un proprio cammino di abbandono fiducioso alla volontà di Dio, quella “piccola via” percorrendo la quale entrò sempre più in comunione con Gesù. Tutte queste esperienze furono da lei stessa raccontate nella sua autobiografia ,”Storia di un’anima”. Morì di tubercolosi nel 1897 e nel giro di pochi anni fu beatificata e canonizzata: è patrona delle Missioni e Dottore della Chiesa.